Gli oli essenziali sono miscele di sostanze chimiche estratte da vegetali e sono ricche di essenza, ovvero il profumo della pianta o fiore estratto. Si presentano sotto forma di liquido oleoso molto profumato e altamente volatile a temperatura ambiente.
Le caratteristiche e le proprietà sono specifiche per ogni olio essenziale e varia in funzione della miscela che lo costituisce. Possono essere ricavati da qualsiasi parte della pianta come fiori, foglie, corteccia, radice o scorza.

Caratteristiche comuni agli oli essenziali
Dal punto di vista chimico, queste sostanze si caratterizzano per:
- Spiccata volatilità
- Composizione molto complessa basata su composti a basso peso molecolare
Dal punto di vista biologico invece si caratterizzano per:
- Possedere anche se in misura variabile una certa attività microbica
- Specifiche caratteristiche organolettiche
- Vengono prodotti da cellule specifiche
LO SAPEVI CHE?
In alcune piante, utilizzando diverse parti e differenti metodi estrattivi è possibile estrarre diversi tipi di oli essenziali. È questo l’esempio dell’arancio amaro (Citrus aurantium): dalla buccia del frutto si estrae il cosiddetto olio essenziale di arancio amaro; dai fiori è possibile ottenere un olio essenziale noto come “neroli“; mentre dalle foglie si può ottenere un olio essenziale conosciuto come “petit-grain.
DISTILLAZIONE IN CORRENTE DI VAPORE
L’idea di distillare gli oli e l’invenzione della distillazione a vapore fu attribuita all’alchimista arabo Ibn Sina. Gli aromaterapeuti gli sono debitori dal momento che la sua innovazione ha permesso a diverse persone di acquisire gli oli naturali presenti nei materiali vegetali naturali e usarli nella sua forma liquida per facilitare le varie attività di guarigione.
La distillazione in corrente di vapore è uno dei metodi più utilizzati per estrarre l’olio essenziale in modo più naturale possibile.
Non si tratta di una vera e propria estrazione con solvente, perché non si applica il principio “il simile scioglie il simile”, infatti viene applicato come unico solvente l’acqua. In questo caso la variabile estrattiva è la temperatura condotta dall’acqua, che rompe gli apparati vegetali in cui sono racchiusi i princìpi attivi.
L’ apparecchiatura per la distillazione in corrente di vapore è suddivisa in tre sezioni:
- una prima, dove si trova un contenitore con la droga (sostanza da cui si ricava l’olio essenziale) ed il solvente; viene scaldato fino a far evaporare il solvente, che per affinità chimica porta con sé il principio attivo, estraendolo;
- una seconda, costituita da una zona di condensazione in cui la temperatura è nettamente inferiore; di conseguenza, l’energia del sistema si abbassa ed i princìpi attivi evaporati passano dallo stato aeriforme a quello liquido;
- una terza sezione di raccolta dell’estratto fluido, chiamato distillato. La differenza di densità tra i due liquidi consente di separare facilmente l’olio essenziale dall’ acqua di scarto che viene riutilizzata in qualità di idrolato contenente una piccolissima percentuale di olio essenziale.
Questo metodo sfrutta i diversi punti del diagramma di stato delle categorie da estrarre, giocando sulle temperature dei punti di evaporazione del solvente o della sostanza da estrarre. Nell’estrazione in controcorrente la distillazione viene applicata per far evaporare soltanto il solvente di estrazione, pertanto l’estratto permarrà nel primo recipiente; viceversa, si possono anche raggiungere le giuste condizioni di pressione e temperatura per far evaporare soltanto la sostanza da estrarre, così da ritrovare nel primo recipiente il solvente di estrazione.

Criteri per una buona distillazione
- L’alambicco: deve essere in acciaio inossidabile, in quanto il rame e il ferro possono ossidarsi
- Pressione ridotta: la distillazione deve essere effettuata a pressione ridotta, tra 0,05 e 0,10 bar, poiché pressioni elevate possono provocare sovra-ossidazioni
- Durata della distillazione: deve essere prolungata per consentire di raccogliere il “totum” delle molecole aromatiche, ovvero l’insieme delle frazioni dette di “testa”, di “cuore” o di “fondo”
- L’acqua: l’acqua utilizzata deve essere acqua di sorgente parzialmente o totalmente priva di calcare, per evitare di ricorrere a disincrostanti chimici
- Stoccaggio e conservazione: dopo la distillazione, gli oli essenziali devono essere filtrati, e immagazzinati in cisterne ermetiche inalterabili disposte in luoghi riparati e al fresco. L’imbottigliamento deve essere effettuato unicamente in boccette di vetro opaco scuro o blu per assicurarne la conservazione al riparo da luce e ossigeno.
Diamo i numeri…
Per ottenere 1 kg di olio essenziale sono necessari:
- 7 kg di boccioli fiorali di chiodi di Garofano – Eugenia caryophyllus
- 50 kg di Lavandino – Lavandula x burnatii clone reydovan
- 150 kg di Lavanda – Lavandula angustifolia ssp angustifolia
- 1 tonnellata di Elicriso italico (Immortale) – Helichrysum italicum ssp serotinum
- 4 tonnellate di Rosa damascena – Rosa damascena
- Dalle 5 alle 10 tonnellate di Melissa – Melissa officinalis

Bibliografia
Oli Essenziali: Cosa Sono e Dove si Trovano (my-personaltrainer.it)
Distillazione (my-personaltrainer.it)
La distillazione degli oli essenziali | Pranarôm (pranarom.it)
L’estrazione degli oli essenziali: la distillazione – Elisir Naturali
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